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Consumo sostenibile

Rinnovabili contro fonti fossili: ecco come viene prodotta l'energia in Europa

Giugno 2018

L’Italia resta sopra la media europea per l’uso dell’energia pulita ma è ancora ben lontana dai primi della classe.

Da dove proviene l’energia che muove l’Europa? Come si alimenta il motore del nostro continente? La risposta è diversa da Paese a Paese, con percentuali di energia prodotta da fonti rinnovabili o fossili che variano anche tra Paesi confinanti. L’Italia resta sopra la media europea per l’uso dell’energia pulita, ma è ancora ben lontana dai primi della classe.

La mappa delle centrali

Un team di ricercatori svizzeri e tedeschi ha costruito un database delle grandi centrali elettriche europee, all’interno di un progetto chiamato Open Power Systems Data, grazie al quale è possibile capire da quali elementi è costituita la “benzina” che fa funzionare il continente.
 
Ci sono nazioni che si concentrano su una sola fonte. Partendo dall’Italia, salta subito all’occhio che il nostro Paese ospita quasi soltanto centrali basate sulle fonti fossili. Spostandoci oltre confine, verso Nord, la situazione invece cambia. In Svizzera dominano le rinnovabili, molto spesso basate sull’idroelettrico. Una parte di rinnovabili si trova anche in Francia, ma oltralpe una parte significativa dell’energia elettrica, che l’Italia stessa importa, arriva soprattutto dal nucleare. Altri Paesi si basano invece su un mix di fonti. Spagna e Regno Unito ricavano l’energia da una combinazione di centrali nucleari, rinnovabili e fonti fossili, in proporzioni diverse.

I dati Eurostat 

Anche i dati forniti dall’Eurostat ci restituiscono le differenze in termini di fonti energetiche tra i diversi Paesi europei. Il Paese che produce in assoluto il maggior quantitativo di energia da fonti rinnovabili è l’Islanda, dove l’82,7% del “carburante” del Paese arriva da fonti pulite. A seguire, con una percentuale quasi dimezzata (42%), l’Albania. E poi, con il 37%, Svezia e Lettonia.
 
E l’Italia? Il nostro Paese si ferma al 16,8%, di cui l’8,5% ricavato da biofuel, il 2,4% dall’idroelettrico, l’1% dall’eolico, l’1,4% dal solare e il 3,6% dal geotermico. Una copertura bassa se paragonata ai primi della classifica, ma comunque sopra la media europea che si ferma solo al 13,2 per cento. Fanno peggio di noi Germania, Regno Unito, Spagna e Francia. Maglia nera: Malta, ferma al 3,4 per cento.